
Alex Chiapparelli
Che ci fai qui?
Nel misterioso laboratorio della mente umana, sorgono idee come bagliori nel buio. Al loro nascere, queste idee sono solo flebili scintille, ma con il tempo e l’attenzione si trasformano in segni neri indelebili. Sono come graffiti incisivi, taglienti e diretti, capaci di attraversare l’animo di chiunque si trovi sulla loro strada.
Solo gli artisti e tutti coloro che fanno immagini con la loro creatività comprendono in parte il mistero di questo processo. Quando queste idee nascono, lo fanno con forza, come un’onda che travolge, invadendo il pensiero e lasciando un’impronta duratura e un cambiamento nella mente di chi le ha concepite.
E così, ci ritroviamo a chiederci: “Che ci fai qui?” Quando ci imbattiamo in queste idee straordinarie, siamo come viaggiatori in un territorio sconosciuto, costretti a seguire la loro guida, incantati dal loro mistero. Sono le idee che ci spingono e ci invitano a esplorare il mondo affascinante della creatività le stesse idee che qualsiasi persona può far emergere dal profondo delle nostre origini, ma che soltanto coraggiosi avventurieri possono esplorare.
Il Dentista
Era di fronte a me, sfogliava velocemente una vecchia rivista, leggendo a malapena i titoli e dando un’occhiata qua e là alle foto. Il gesto affettato della mano e un Rolex da qualche migliaio di euro componevano un’immagine. La vecchia era immobile e si grattava in continuazione il dorso della mano, provando, tra un prurito e l’altro, un senso di remoto piacere.
Per spezzare la solitudine, la vecchia disse, volgendo lo sguardo all’uomo: “È proprio bravo Mario. Io sono cinque anni che vengo. Ne ho cambiati tanti, ma con lui non ho mai sentito dolore.” L’uomo le rispose: “I denti sono tutto, signora. È meglio investire soldi in bocca anziché in case.” La signora sorrise: “Sono d’accordo con lei: ci si guadagna in salute.” Cadde nuovamente il sipario del silenzio.
L’uomo chiuse la rivista lanciandola sul tavolinetto e si ricompose accavallando le gambe. L’orlo dei bianchi calzoni di lino si ritirò, portando alla luce una smilza caviglia tatuata e abbronzata. La signora guardando fuori la finestra forzò un sospiro e poco dopo esordì: “Lei che lavoro fa?”
Il tipo scosse il polso per sistemarsi l’orologio e rispose: “Sono manager di una multinazionale.” E la signora esclamò: “Che bel lavoro, complimenti! Una buona posizione nella vita è tutto. Sa, io ho un nipote che si è appena laureato e, se non sbaglio, proprio per fare il suo stesso lavoro.”
L’uomo la ringraziò due volte forzando un breve sorriso: “Grazie, grazie”, poi prese un’altra rivista anch’essa datata, senza aggiungere altro.
La vecchia mi fissò compiaciuta e mi chiese sorridendo: “E tu ragazzo? Lavori anche tu o ancora studi?” Io le risposi: “Non faccio nulla.”
L’uomo per un istante alzò gli occhi fissandomi, ma l’attimo dopo ricaddero sulla rivista. Non mi aveva mai guardato, era un’ora che stavamo seduti e il suo sguardo non incontrò neppure le mie scarpe.
Un nuovo silenzio, diverso dal precedente, pervase la sala d’attesa. Era più intenso, anche se può sembrare un ossimoro dirlo, ma lo era, ne sono certo.
L’assistente paffutella entrò nella sala e rivolgendosi in maniera molto gentile, anzi gentilissima ma frettolosa, scandì frase per frase un solo concetto: “Signora Del Bianco – buonasera come sta – tutto bene – venga – si accomodi – ora tocca a lei”, quello di entrare.
Lo stretto corridoio con affissi acquarelli perfettamente distanziati le risucchiò. Ora era il trapano a dire la sua, si distingueva quando andava in profondità e quando lavorava in superficie, quaranta mila giri al minuto non sono pochi sono i chilometri che farebbe la tua macchina in tre anni, nel caso tu ne possieda una.
Non sapevo più cosa pensare e come passare il tempo, sarei stato l’ultimo paziente, l’ultimo della giornata, l’ultimo. Dopo aver sfogliato una rivista, senza andare oltre le dieci pagine, la riposi sul tavolinetto. L’uomo tatuato era impegnato a scrivere messaggi e con disinvoltura utilizzava i due pollici con la velocità di un dattilografo, dondolando di tanto in tanto la gamba accavallata mentre attendeva le risposte.
Il tempo passò e riapparve paffutella che fermandosi sul ciglio della sala conferì con l’uomo abbronzato e mostrandogli un sorriso ortopanoramico espresse lo stesso concetto, ma questa volta in modo copulatorio come farebbe una colomba in calore: “Signor Stefano come sta? Che piacere vederla! La trovo bene. È da un po’ che non ci vediamo. Passato bene queste vacanze?”.
L’uomo dai bianchi pantaloni di lino portandosi le mani sui fianchi addrizzò la schiena e mentre i due continuavano la copulazione scomparvero nel corridoio. Tentai con altre riviste, ma non ci fu verso. Mi misi in finestra a guardare gli impiegati che lavoravano nell’edificio di fronte e mi venne il pensiero che anche oggi non avevo fatto nulla. Ora toccava a me.
2023 © Copyright Alex Chiapparelli.
INT. STUDIO DEL DENTISTA – SALA D’ATTESA – GIORNO
La sala d’attesa è arredata con comode poltrone e tavolinetti su cui sono posate vecchie riviste. Un uomo elegante, SIGNORE ABBRONZATO (STEFANO), con un Rolex costoso, è seduto leggendo distrattamente una rivista. Una donna anziana, la SIGNORA DEL BIANCO, si gratta il dorso della mano.
SIGNORA DEL BIANCO
È proprio bravo Mario. Io sono cinque anni che vengo. Ne ho cambiati tanti, ma con lui non ho mai sentito dolore.
STEFANO
I denti sono tutto, signora. È meglio investire soldi in bocca anziché in case.
La signora sorride.
SIGNORA DEL BIANCO
Sono d’accordo con lei: ci si guadagna in salute.
Silenzio. Stefano chiude la rivista e si ricompone.
La signora guarda fuori dalla finestra.
SIGNORA DEL BIANCO
Lei che lavoro fa?
STEFANO
Sono manager di una multinazionale.
SIGNORA DEL BIANCO
Che bel lavoro, complimenti! Una buona posizione nella vita è tutto. Sa, io ho un nipote che si è appena laureato e, se non sbaglio, proprio per fare il suo stesso lavoro.
Stefano ringrazia due volte e prende un’altra rivista senza aggiungere altro. La signora si gira verso il giovane, tu, con interesse.
SIGNORA DEL BIANCO
E tu ragazzo? Lavori anche tu o ancora studi?
Il giovane risponde con disinteresse.
RAGAZZO
Non faccio nulla.
Per un istante, Stefano alza gli occhi verso il giovane ma poi torna a leggere la rivista senza guardarlo.
Un silenzio più intenso pervade la sala d’attesa.
ASSISTENTE PAFFUTELLA (off-screen)
Signora Del Bianco, buonasera. Come sta? Tutto bene? Venga, si accomodi. Ora tocca a lei.
La signora si alza e segue l’assistente. Il corridoio la inghiotte.
Il suono del trapano si sente in sottofondo, distintamente mentre lavora. Il giovane cerca di passare il tempo, ma sembra annoiato.
Poi, l’assistente paffutella riappare con un sorriso esplicito:
ASSISTENTE PAFFUTELLA
Signor Stefano, come sta? Che piacere vederla! La trovo bene. È da un po’ che non ci vediamo. Passato bene queste vacanze?
Stefano si alza e si prepara a seguire l’assistente.
STEFANO
Sì, tutto bene, grazie.
Entrano nel corridoio e scompaiono dalla vista.
Il giovane cerca di distrarsi con altre riviste, ma senza successo. Sbadiglia e si mette a guardare fuori dalla finestra, osservando gli impiegati nell’edificio di fronte.
RAGAZZO
Anche oggi non ho fatto nulla. Ora tocca a me.
Il giovane si prepara a seguire l’assistente nella stanza del dentista.
2023 © Copyright Alex Chiapparelli.
INT. STUDIO DEL DENTISTA – SALA D’ATTESA – GIORNO
Inquadratura ampia della sala d’attesa con poltrone disposte in modo ordinato e tavolinetti con vecchie riviste posate su di essi. Stefano è seduto al centro, legge distrattamente una rivista.
SIGNORA DEL BIANCO
Primo piano della Signora Del Bianco, che si gratta il dorso della mano.
STEFANO
Primo piano di Stefano, con lo sguardo concentrato sulla rivista, Rolex in bella vista.
SIGNORA DEL BIANCO
Inquadratura laterale della Signora Del Bianco, che guarda Stefano.
STEFANO
Inquadratura ravvicinata di Stefano che chiude la rivista e si ricompone, con un gesto elegante.
SIGNORA DEL BIANCO
Inquadratura della Signora Del Bianco che sorride.
STEFANO
Inquadratura di Stefano mentre si prepara a rispondere alla Signora Del Bianco.
SIGNORA DEL BIANCO
Inquadratura della Signora Del Bianco che guarda fuori dalla finestra.
SIGNORA DEL BIANCO
Inquadratura di Stefano che ascolta la Signora Del Bianco.
STEFANO
Inquadratura di Stefano che risponde alla domanda della Signora Del Bianco.
SIGNORA DEL BIANCO
Inquadratura della Signora Del Bianco che si complimenta con Stefano.
STEFANO
Inquadratura di Stefano che ringrazia e prende un’altra rivista.
RAGAZZO
Inquadratura del giovane, tu, che risponde alla Signora Del Bianco.
STEFANO
Inquadratura di Stefano che alza brevemente gli occhi verso il giovane.
RAGAZZO
Inquadratura del giovane mentre guarda fuori dalla finestra.
RAGAZZO
Inquadratura del giovane mentre si misura con altre riviste.
INT. STUDIO DEL DENTISTA – SALA D’ATTESA – GIORNO
ASSISTENTE PAFFUTELLA (off-screen)
Inquadratura dell’assistente paffutella che appare dall’ingresso.
ASSISTENTE PAFFUTELLA
Inquadratura della signora che si alza e segue l’assistente.
INT. STUDIO DEL DENTISTA – CORRIDOIO – GIORNO
Inquadratura dell’assistente che guida la signora nel corridoio.
INT. STUDIO DEL DENTISTA – SALA D’ATTESA – GIORNO
RAGAZZO
Inquadratura del giovane che sbadiglia.
RAGAZZO
Inquadratura del giovane mentre guarda fuori dalla finestra.
INT. STUDIO DEL DENTISTA – CORRIDOIO – GIORNO
Inquadratura di Stefano che si alza e si prepara a seguire l’assistente.
STEFANO
Inquadratura di Stefano che risponde all’assistente con un sorriso.
INT. STUDIO DEL DENTISTA – SALA D’ATTESA – GIORNO
RAGAZZO
Inquadratura del giovane che si prepara a seguire l’assistente nella stanza del dentista.
Le inquadrature catturano l’atmosfera e le interazioni nella sala d’attesa mentre i personaggi si preparano a entrare nella stanza del dentista.
2023 © Copyright Alex Chiapparelli.
Tre Regni senza Re




